appoggio il gomito tra l’aere e il cogito
con la sola giustezza tra due punti che curvi l’eterno
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quando inspiro-sciente un portale di gigli m’esonda in fiato
come veliero d’inflorescenza per suità tra multiverso e ora
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ho curvato ogn’istante al torno dell’alma per tombolarvi come tuffatore nell’oro
uno spaziotempo chimeroso per Esserci davvero!
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ed ora coi bracci cerchio l’Essere danzando:
si narra che forando un foglio piegato in due si attraversi galassie
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è come scivolassimo nell’Essere come pelle stellata di notte d’estate
col fiato caldo nell’onfalo dei palmi a guscio d’Esserci
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quel punto di fuga rinascimentale a cui tutto giunge dopo il volo
è proprio quando non hai più bisogno d’ali che il dorso ha la stessa sostanza d’elisio
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André Che Isse