scie blu lascive di fiori odorosi su broccato d’api dorate al meriggio
nient’altro che bizantismo vezzoso in tazza raku
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lumeggio dall’Essere
che dall’Esserci al cuor del sole al guardo sia misura
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ho tracciato melograni ardenti nella neve e ho salito quello più vermiglio per raccoglierne il lume
ora posso danzare la sostanza dell’Essere
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curvare un braccio nell’aria è tracciare la curva di un fiore l’attimo prima del calligrafo
piegare l’aria con le dita è olire d’Essere il primo giorno del mondo
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ora posso danzare l’ipseità sciente!
ove il tempo sia lògos nel quadrivio degli arti
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col filodarianna d’alma intesso l’èidos
così che tra forma e idea non passi neppure un dioniso
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André Che Isse