Un angelo dietro una notte come tante,soffiava nell’anima di un uomo come Miles avrebbe fatto alle quattro del mattino nella sua tromba.
L’atto stesso di comunicare con l’aria,con l’invisibile,è parlare nel sogno: edificare coi sensi una storia di fumo; sedere con gli dèi senza volto,sentirli respirare lentamente,canticchiare pure,prima che il giorno colori le cose,prima che tutto ritorni ad avere un nome proprio.
C’è chi racconta di angeli riconoscibili da un suono particolare tra le due e le cinque della notte,gli stessi che nel giorno si rendono visibili ad alcuni con nomi comuni; adempiendo a due funzioni differenti:
nel profondo della notte donano l’estasi che gli dèi spalmano per creare le stelle;
durante il giorno della luce invitano soltanto,ai pochi che appaiono,a sedere al sole,come del resto fanno gli dèi…
Ma quella notte come tante,l’anima di quell’uomo si era riempita per sempre di stelle.
André Che Isse