sui palmi la chioma dell’universo
mentre pettino i ginocchi del labirinto
ma se percorro i cerchi del dorso di rembrandt
il giorno cometa si fa coda alta di cavalli di febo
dove nevica l’amore a labbra scalze
madido di baci
ricoperto d’eterno come sciamani morosi di luna
nella camera del sonno dove un cortile cade dove finisce il mare
allungando le ombre degli atomi prima che finisca l’ebbrezza di nijinsky
prima di nascere albero per sempre
ecco che tra le dita e il cuore una piega d’angolo muliebre
solo un gesto per tessere la grazia che inventò gli dèi
André Che Isse