nel silenzio d’uomo metto le uova
e i ghiacciai si sfilano fragorosi come scaglie di formaggio
la mia bocca affogata di neve sfrigola l’anima per induzione d’incanto
e il sole non è mai stato così giallo neppure sul piccolo muro di proust
abbiamo un’ala tra i pensieri da cui guardare il mondo prima del mondo
la lucido con la rugiada delle intenzioni tra i sassi piatti lanciati nella pioggia
e il nascondimento di nebbia disvela il canto della terra
hai mai raccolto lo strofinarsi delle cose nell’aria cava?
ecco io non vengo se non dal pozzo dove cadono le lune
e in mano tengo una danza che vortica mille fiati di cometa
sarò quello che ho riconosciuto squarciando il firmamento scalzo
sarò colui che già fui increato nel sesso di una stella
André Che Isse