possono apparecchiarti il mondo ma nessuno attraversarti davvero l’essere
come perpendicolare sciente in tessitura dove cade il mare
proprio quando il tuo filodarianna teso tra lo zenit di pensiero e il campo di fiori
ti allungherà il fiato che disegni l’asse rinascimentale di fuga
allorché togliendo il narrabile ne rimarrà curva d’anima solo
scalza immota sciente
che come un michelagnolo a togliere materia per forma d’eroe
così l’ala tua del vero disveli il melo vermiglio di gote
eccomi ora seduto dentro l’ebbrezza che soppesa il mio eterno
notomizzando ciambelle con labbra inzafardate d’albume
mentre non voglio conoscere che la pansofia del mio ziqqurat
apicale pensatoio di nubi
André Che Isse