tocco la curva con le dita quel tanto che basti per lordarmi di stella
proprio mentre i ginocchi tremano ancora d’amore
ma non muoverti dall’amore anche quando sarai stilita di nubi
è allora che le pagine si riempiranno di lune giganti
e le gote rubescenti nella forma del mondo perché nacque dalla bocca
perché sono la cosa più vicina ai baci
e i pensieri che orbitano dentro uno sguardo sono più antichi del mondo
mentre quelli che compri al mercato ammuffiscono sempre tra qualche giorno
e il mio sguardo attraversa la matera dell’essere
tanto quanto l’ebbrezza si abbottoni d’estasi nel dorso icario
mi siedo nell’estate con la bocca socchiusa per lasciarti entrare
e tu scendi coi raggi scalzi di sole
André Che Isse