raccolgo poiesi dalla spuma di pensiero come cedri di luna
sono alberi da sguardi infiniti nati dall’iride del tuo guardarmi come il mare
dentro ali di neve nel vallo delle tue scapole
affogo le nari nella tua nuca d’albume
cammino senza conoscere i sassi ma sul palmo pesano il tempo
come pelle di nubi che veste i tuoi sorrisi increati
dove la bocca approda ai baci barrisce il fiato
e su carta scrivo come dipingi il calice di gote per la curva di un fiore
se togli alle parole il giorno rimangono i ginocchi scalzi di eterno
quelli che danzo per te quelli che si sbucciano per essere curati
conoscerti prima del mondo e inventarti il profumo della notte
per salire insieme sui cedri
André Che Isse