L’ESTASI DELL’EBBREZZA

nel mio fiato allungo la curva dei fiori
su pavane d’intavolatura di nubi per viole a sette corde di spuma

sul limitare della bocca l’amore aspetta prometeo
crisostomo di baci senza mai staccarne l’ala dalle labbra

di giorno respiro pelle di luna che mi ubriaca la nuca del sole
mentre dietro la notte il sorriso di dioniso mi sdraia nel dorso l’universo

se m’incarno molecole di tempo sciamano sul parnaso ebbro dell’essere
posso tracannare giulebbe dall’otre ulisside dei venti

e quando bevo dopo i sogni è sempre fonte trovata nel deserto
immagina che ora sia il principio dei tuoi pensieri e nascerai adesso

sono un acrobata alchimista su filodarianna tirato prima del mondo
e all’altro capo le dita gnomoni dei miei pensieri ebbri

André Che Isse

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