vorrei essere un angelo solo per soffiare nella tuba sperticata
quella diritta come l’orizzonte dove cade il mare
e allungare il fiato alla luna così che possa pettinarmi la chioma
mentre danzo di fuoco la bocca di mille bolle di loto
vorrei infilarmi nello spazio vuoto tra le stelle come maniche da notte
per vestire i pensieri di materia dietro l’universo
così da guardare dove nacque l’amore tanto quanto affogai nei tuoi occhi
perché nulla ha principio senza innamorarsi follemente
il primo tallone sul ginocchio ulisside edificò l’imago ostensa
ma pure il triangolo dove crescere le fragole
quell’isola arrossata di fiato in cui mi lordo ebbro sciente
il catino di molecole innamorate in cui verso la brocca dei pensieri
André Che Isse