se penso sorgo imperioso
e m’esonda lo sguardo di stupore prometeico
sono traccia per stelle pensanti
filodarianna ulisside su ginocchi icari
quadrivio di eterni a matita per millanta ponti d’arciere
stanze per delfini ebbri
ecco dove il sapere si beve in tazza raku all’alba di dioniso
non staccando dal foglio il carbone che disegna il mondo
io voglio edificare dietro l’angolo dell’universo la camera dei meli
dove salire scalzo la luna
divorare ciambelle di spuma come nubi materiate d’albume
e perdermi sull’unica strada di fiato con la matita in mano
André Che Isse