come albatro dal sopracciglio nero vivo illeggiadrito
ho braccia d’ali per mescere l’aria con le curve
e la mia nuca appesa di nubi è culla poietica
cerco parole in otri ulissidi ebbre
e dove l’arco non pieghi ne suggo di lune
quantunque in erbario ne collezioni l’albume
entro nella pelle del giorno come camera di sogni
con passi nudi d’amore
su assiti vergati di luce da persiane chiuse in meriggi di sole
come finestre d’astronave innevate da polline di stelle
tanto quanto un tempo muto su palmi stivati d’estasi scienti
eccomi allora eterno disteso in un pozzo di luccicanza
André Che Isse