MADIDO D’EBBREZZA

qui non si tratta di eternare soltanto un momento magnifico
ma abbacinarsi d’essere,per sempre

come un’entropia di nubi nelle mani di vasaio
per raccoglierne spuma di primo derviscio che inventò la ruota

girotondo in cui dalla lacrima di un dio esplose il verso del mondo
e fu allora che imparai ad amare la chioma nel dorso

quanto l’oro sulle foglie che palpebra l’ebbrezza del sole
per pettinarti scalzo i desideri

mentre gonfio le gote come vele dove la cresta dei sepali è profilo basso di nubi
così ch’io possa toccarmi i pensieri coi gomiti di dioniso

angolo segreta di freccia adamantina che danzo con la curva del braccio
madido di bellezza

André Che Isse

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