che tu possa raccogliere il tempo con gli eterni
ad ogni lunghezza di fiato il guardo nell’essere
che tu possa contar le stelle in tasca sanza fermar l’indice danzare
così che si disegni il tuo filodarianna smatassato ebbro di luce
siamo dèi e molecole impazzite di sole
ma mentre un dio sceglie se stesso,il sole non sa mai quando sia notte
c’è un posto dove i ginocchi attraversano scalzi la curva del pensiero
è l’ipotenusa inverabile dei sogni
oh che tu possa danzare come le nubi scrivono il cielo!
e distenderti eudemonico d’albume sciente
così ho perseguito il sublime in ogni giorno qualunque alchimiandolo oro
ed eccomi dunque allineato dionisapollineo madido d’ala
André Che Isse
Su “ipotenusa inverabile” è esploso l’applauso. Complimenti.
Grazie!
Dovere!