mi vesto scalzo di silenzio dorato
così che la curva dei meriggi mi eiaculi addosso le risa di fuoco
non fossi che soltanto una parte di eterno
eccomi chioma di filidarianna scienti al proscenio aurorale
una compostiera di molecole nero notte sulla dorsale ebbra
una capriola di dio
e solo d’incanto io lucido gli argenti parecchiati diurni
sull’imbandigione emozionale del guardo
sulla coltura d’architravi di neve dove m’allindo scettrato di nubi
oh quanto amo l’odore d’essere! ci guazzo nudo la vita!
eccomi allora tesoriere di pensiero nocchiere allunato
proprio mentre danzo la cardatura del sole
André Che Isse