guscio di sole sciente per aseità abbrunita
mentre sfrigolano le mie dita sul firmamento
gusci in cui custodire il fiato
quello insufflato in bocca all’amato
quello allocchito d’iridi alate
guscio di segreta in nartece alessandrino
dove lumeggiare il pensiero nell’oro
gusci di nubi per calze di seta
portate lasciando nudi i talloni
così che i passi auliscano di sesso allunato
guscio in cui custodire il fiato
quello che sarà presto parola per dire ti amo
André Che Isse
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”I could be bounded in a nutshell
and count myself a king of infinite space”
HAMLET
(Act 2, Scene 2)