iridi da caderci dentro come lillà perenni
dove finisca il mondo e principi il cuore
entrai nella mia psiche col filodarianna del dna
per girotondare mille volte l’universo ebro stellato
ma c’è una bulimia che ignuda il cuore nell’oro
e non so spiegarne altrimenti quanto incantamento molecolarmente sciente
un sapere di fuoco scettrato che alchimi il sesso della luna col guardo soltanto
in golerie di beatrice adamantina sfaldate al sole come ghiacciai
dove affogar le gote in dorso sia chiomoso disio iscritto in unica treccia
tanto che bocca scalza divori il suo vermiglio urlo baconiano
e allora eccomi dipintore aedo danzante commosso da teche di fiato nei mari
che dallo spazio incendiano il cuore di nauti alati in millanta diatomee blu in Terra
André Che Isse