AULETE’S NUTSHELL

guscio di sole sciente per aseità abbrunita
mentre sfrigolano le mie dita sul firmamento

gusci in cui custodire il fiato
quello insufflato in bocca all’amato
quello allocchito d’iridi alate

guscio di segreta in nartece alessandrino
dove lumeggiare il pensiero nell’oro

gusci di nubi per calze di seta
portate lasciando nudi i talloni
così che i passi auliscano di sesso allunato

guscio in cui custodire il fiato
quello che sarà presto parola per dire ti amo

André Che Isse

***

”I could be bounded in a nutshell
and count myself a king of infinite space”

HAMLET
(Act 2, Scene 2)

GLI ORTI IN CUORE

iridi da caderci dentro come lillà perenni
dove finisca il mondo e principi il cuore

entrai nella mia psiche col filodarianna del dna
per girotondare mille volte l’universo ebro stellato

ma c’è una bulimia che ignuda il cuore nell’oro
e non so spiegarne altrimenti quanto incantamento molecolarmente sciente

un sapere di fuoco scettrato che alchimi il sesso della luna col guardo soltanto
in golerie di beatrice adamantina sfaldate al sole come ghiacciai

dove affogar le gote in dorso sia chiomoso disio iscritto in unica treccia
tanto che bocca scalza divori il suo vermiglio urlo baconiano

e allora eccomi dipintore aedo danzante commosso da teche di fiato nei mari
che dallo spazio incendiano il cuore di nauti alati in millanta diatomee blu in Terra

André Che Isse