aggallo il guardo fino alla pelle
dove il pozzo dell’aria si attacca alle labbra
e subito una luccicanza dal bordo ricade al pensiero
così mi sono pettinato i baci allunati
allora che chiomosa stella mi apparve per sempre
quasi fossi intessuto d’albume dorato
ecco come vagolo tra sole e idee icarie ancorate
senza staccarne d’essere
quando i ginocchi ebri dispaiano dietro l’universo
ma il passo è quello sulle stelle cadute che dall’acqua affiorino come sassi tondi
talloni su dorsi d’astri
fino a che sul mio arco di piede il giorno sia strale di risa gaudiose
André Che Isse