OTIUM IN ESSERCI

ho inseguito la luna pedalando lentamente, lentamente

non so ancora perché ne sia follemente innamorato

ma del resto l’amore ha la stessa fragranza dell’Essere

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e quando la lunghezza del fiato ha la stessa misura dell’Essere

prima che l’ala curvi l’aere l’idea nel pensiero ha già trovato se stessa

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allora equilibro i bracci sul filodarianna dell’Esserci

e posso tracannare l’elisio a garganella nel noumeno immoto

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ecco perché m’infilo nell’attimo come una camicia eternale al meriggio

e stivo atomi come biglie in tasca per auscultarmi incioccare ebra ipseità

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se l’attimo è la coscienza dell’orto intestino

ogni gesto sarà la misura dell’Essere nell’eterno ritorno eudemonico

che da ora all’astragalo oracola l’aseità scevra

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André Che Isse

LE GRU LACCATE A NEVE

cogito mentre penso,

il pensiero che pensa al pensiero è l’idea che inventa l’Uomo

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nei dorsi di rubens la bellezza ignuda,

per il poeta la distanza tra le parole è misura tra ora ed eterno

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quanti disii sbramati per la felicità?

1000 o solo monadi per l’Essere?

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non so di un tempo dietro il tempo ma conosco il tempo mentre nasce:

il guardo di prua mentre accade proprio dove tra attimo e tempo aulisca l’alma

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allora m’attergo d’estasi supino al meriggio allocchito d’azzurro bastevole

ché non conta il fare ma i fruscii dell’ala inventati

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quando il silenzio è tutte le pause tra le note

sfrigola l’eleganza curvando i ginocchi di gru nella neve

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André Che Isse

TESORIZZO PERSEITÀ AUREA

dita come vele immote nel miele tra l’aere e l’idea della luna

il mio guardo attraversa la bellezza e fa <<tana!>> il primo giorno del mondo

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con volontà di potenza leggiadra arco l’alma come pavane per viole

e allora dardeggio! dardeggio luccicanza ignuda

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il cuore è un fiore luminoso!

stambura ebbrezza numinosa e sa d’erba tagliata al meriggio

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e il pensiero che pensa al pensiero contrappunta se stesso di voluttà

così seduto nel verbo del sole tracanno molecole d’angolo

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e nella notte meriggio di sogni il silenzio fa una torta ai gigli blu

ché dei fiori odoro il silenzio della pioggia e l’idea che ha inventato il silenzio barocco

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in ogni goccia le tue gote di marzapane

un gomito disseppellito di Prassitele e poi Nietzsche inazzurrato timoniere!

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André Che Isse