disoccultai il fuoco rubato alle stelle
per danzare i ginocchi nei gigli e la bocca stivata di nubi
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un aerostiere su mandorleti d’albume odorosi
ecco come spiego l’ali in dorso d’arciere!
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ecco come conosco la leggiadria sussurrata dai bracci!
architettura d’aria gualcita da risa di sole van gogh
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per danzare l’angolo che il gomito fa alla luna
per disbramare dell’alma la lena corriva sui meli
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dissenno la commozione di bellezza!
tanto d’arcioni in lamassu di pietra rubina
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e ora che sono cognoscenza e luna
mi nevico addosso campi di gigli argenti
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André Che Isse