IL PRIMO GIORNO DEL MONDO

incredulo ad ogni risveglio trovarsi di vita dal nulla
perché quando si sogna non si è nocchieri di sé
e quando lo sguardo si apre sulle dita appena nate
non conosco stupore più grande

ogni volta che aggallo dal nulla è il primo giorno del mondo
e basterebbe conoscere un atomo di niente per incendiarsi svegli
tutto è ancora lì dove l’avevamo lasciato ma con fiato nuovo
gli dèi o le stelle ci hanno donato un nuovo giorno per rinascere

il petto si gonfia di pensiero apparecchiando golerie
ancora un attimo nel letto ancora un attimo prima di allunare nel giorno
voglio poter calzare i sandali di tempo con talloni nocchieri
veleggiando di stupore novello

André Che Isse

LABBRA DI LINO

una riga argentata di saliva dalla bocca
dove la luna si specchia ebbra d’amore

il pensiero batte sull’ala
il fiato di un angelo tra i capelli

il lino bianco scaldato al sole
il cielo tra le gambe abbrunite

mi distendo nell’estate come un talamo perenne
come un aereo di carta in cui scrivere l’eternità di un bagliore

immoto quanto un querceto nel sole
con le mani calde di focacce

André Che Isse

GINOCCHI DIONISIACI

incendiarsi di vita ebbro d’ebrezza
la bocca aperta sulla notte a tracannarne lune
perché scrivere se non per il piacere di ubriacare gli atomi

integerrimo cuore negli occhi
la schiena tatuata da un dio come mappa per le comete
e i piedi flessi nel cielo

dentro il fiato di dio per un battito di ciglia
e auscultare dove non finisce l’indice
per un attimo soltanto per un attimo soltanto ancora

André Che Isse

IL SORRISO DI DIO

nel momento che conto le stelle esistono
furia d’estasi in guscio infinito di noce
il petto come otre di vento ulisside

non siamo mai stati d’increato
e saremo dita vanite di nulla ranciato
ma tra le labbra suggo il tempo nel calice

siamo vasi di lune
racemi di cuori esangui
e sorriso di dio

André Che Isse

A PIEDI NUDI

indicami il cammino delle stelle
dove nascono i querceti d’incanto

traccia di pensiero i capelli di sole
e percorrerò il mio braccio d’arciere

ho guardato nascere l’anima
come se un dio mi avesse donato il suo fiato

non conosco che queste mie mani per edificare i sogni
e l’occhio che perenna l’estasi delle stelle

scivolo sulla schiena della luna quando mi apro al gesto
e sul palmo aggallano rose

danzerò fino a entrare nell’ultimo tramonto ranciato
con piedi nudi di gioia

André Che Isse

febbraio 2013 & agosto 2014

LO SPERMA DELLA LUNA

scalzo sulla bocca
i calcagni squarciano le labbra
e la luna mi eiacula in gola

dalla nuca mi morde il tempo
piango d’ebbrezza argentata
scalzo sulla bocca

e non distinguo più il pensiero dal petto
qui e ora
scalzo nella notte eterna

André Che Isse

PORT DE BRAS

rincasando se la luna è annottata la cerco tra i palmi
e con le mani argentate mi affogo le gote di luna

non so vivere senza la curva del braccio

supino beccheggio sulla dolcezza dei pensieri rotondi
la curva della schiena è lo scivolo delle fate

divoro ciambelle inzafardato di luna

André Che Isse

24.1.2013

LA NEVE NEGLI OCCHI

eravamo nulla e ora guardiamo le stelle
come posso non alzare il calice nella luna

se guardo la neve negli occhi
il tempo si ubriaca d’infinito

eravamo nulla e ora fiati di sole
per sempre innevati di stelle

André Che Isse

3.8.2014

LA NEVE NEGLI OCCHI

eravamo nulla e ora guardiamo le stelle
come posso non alzare il calice nella luna

se guardo la neve negli occhi
il tempo si ubriaca d’infinito

eravamo nulla e ora fiati di sole
per sempre innevati di stelle

André Che Isse

3.8.2014