L’EQUILIBRIO DELLA FELICITA’

alzo il cristallo nell’Esserci

buccinatore ebro in Essere

tra l’attimo e adesso l’equilibrio della felicità

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quando danzo le gru del labirinto di cnosso

è l’idea che poggia al ginocchio il suo plinto

mentre l’ala è angolo d’eclittica sulla chiarità del disio

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non sono le cose che equilibrano l’alma in elisio

ma l’ugnatura sciente al nulla

tanto da materiar silenzi a madrigal barocchi

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se per salir la luna devo inventar l’ali

per la felicità: il mio dorso odoroso nel profumo tagliato dell’erba

e se l’euforia è cuore dell’attimo, felicità è nascita di stella!

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André Che Isse

IL SUSSURRO DELL’ESSERCI

scrivo eoni coi carboni dei bracci

e curvo l’aere d’idee per inventare multiversi

così frinisco d’esserci!

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quando indico la luna ci sono già caduto dentro

dove sono è dove sarò dietro l’universo adesso

e sui palmi soppeso già melagrane arrossite d’ebbrezza

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ogni gesto ch’io danzi è custode noumenico d’equilibrio

a cui tolto il narrabile addivenga già stereometria teurgica

psicostasia eudemonica dell’Essere

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così bastevole sarà l’angolo di un polso come astrolabio numinoso per i sogni

quelli che materiano i ginocchi d’idee

quelli che non vanno più via dalle ali

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André Che Isse

IL LUME DEL GESTO

André Che Isse

IL LUME DEL GESTO

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Danza & Pittura

8 maggio 2022

Galleria Contemporanea di Palazzo Ducale di Pavullo nel Frignano

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al pianoforte Francesco Ferrari

musica di Francesco Ferrari

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sul fondo scena:

André Che Isse

LE MACHINE EUDEMONICHE

10^:

“EBRI MELOGRANI DI NEVE”

La Curva Ebra dell’Haiku

130,5 x 300 cm

OPERA RETROILLUMINATA

aprile 2022

IL LUME DEL GESTO

ho piegato l’aria per l’Essere

l’iride d’Esserci sui palmi scalzi

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i cerchi di rembrandt col dito come idee prima della ruota

il cerchio di prospero nella neve per lo scriba rosso sull’albero

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l’eclittica desossiribonucleica leggiadra su equilibri di gru nel labirinto

che filodarianna ebro tracci fragranze di suità

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ho albergato la nuca nei bracci germogliando i pensieri amorosi

voltolando l’ala mille volte al cuore vermiglio

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e i ginocchi come pietre angolari per la luna

e le punte di stella frecce nei gomiti acuti

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e come agrimensore sciamano ho danzato nel primo giorno del mondo

per curvare l’eterno un attimo appena

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André Che Isse

LA SOSTANZA DELL’ESSERE

scie blu lascive di fiori odorosi su broccato d’api dorate al meriggio

nient’altro che bizantismo vezzoso in tazza raku

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lumeggio dall’Essere

che dall’Esserci al cuor del sole al guardo sia misura

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ho tracciato melograni ardenti nella neve e ho salito quello più vermiglio per raccoglierne il lume

ora posso danzare la sostanza dell’Essere

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curvare un braccio nell’aria è tracciare la curva di un fiore l’attimo prima del calligrafo

piegare l’aria con le dita è olire d’Essere il primo giorno del mondo

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ora posso danzare l’ipseità sciente!

ove il tempo sia lògos nel quadrivio degli arti

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col filodarianna d’alma intesso l’èidos

così che tra forma e idea non passi neppure un dioniso

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André Che Isse