I PASSI IN GOLA

tocco la curva con le dita quel tanto che basti per lordarmi di stella
proprio mentre i ginocchi tremano ancora d’amore

ma non muoverti dall’amore anche quando sarai stilita di nubi
è allora che le pagine si riempiranno di lune giganti

e le gote rubescenti nella forma del mondo perché nacque dalla bocca
perché sono la cosa più vicina ai baci

e i pensieri che orbitano dentro uno sguardo sono più antichi del mondo
mentre quelli che compri al mercato ammuffiscono sempre tra qualche giorno

e il mio sguardo attraversa la matera dell’essere
tanto quanto l’ebbrezza si abbottoni d’estasi nel dorso icario

mi siedo nell’estate con la bocca socchiusa per lasciarti entrare
e tu scendi coi raggi scalzi di sole

André Che Isse

EQUILIBRIO CURVO

filidarianna allungati dal desiderio sdraiato al sole
una culla nella luna per essere adottati dalle stelle

se si custodisce un amore nel cuore i talloni seminano fiori
e la tua nuca archerà l’universo muto

piango sulle molecole che vivono al sole perché è così incredibile tutto
ma forse esiste solo quello a cui è difficile credere

racconta a te stesso solo i ginocchi nella luna
e bevi dalla neve le labbra degli dèi immoti

c’è un desiderio tra l’alluce e l’abisso come orto sospeso
appoggio le scapole nello stupore e ne coltivo fiori di dioniso

quando s’impara ad andare in bicicletta s’impara la felicità
bisognerebbe non scendere più o soltanto imparare a risalirvi

André Che Isse

ALCHIMIANDO IL SESSO DELLA NEVE

di fronte all’estate m’inginocchio le ali e colleziono eterni
arrampicandomi sui pensieri degli alberi

vorrei immolarmi sulle tue labbra come il tempo sullo spazio
perché la bocca dell’estate è la tua dove cadono le lune

se ritagliassi il cielo per metterci il tuo dorso
le mele cadrebbero ebbre tra le tue scapole

e quando dico che sei neve è come dirti che sei d’ali
e quando cado nel tuo pozzo d’estate affogo madido icario

siamo braccia per il vento e trovadori d’amore
ubriachi di quegli occhi che nevicano estati

ma sarò alchimista di baci e acrobata su raggi di sole
proprio mentre mi nevichi addosso

André Che Isse

ECLITTICA DI STRALI

gocciola di sole tra le tue labbra allunate
i tuoi talloni nudi nei fiori

c’è sempre una curva tra i pensieri e l’infinito
un gesto che arca il tuo dorso in amore

mentre nella mia bocca stivi la seta come redini per il fiato
la mia lena appesa alle tue mani imperiose ninfali

ecco che m’infilo nel tuo angolo buio dove ancora tieni i balocchi
e ti lego le caviglie strette per rallentarti il passo e prolungare la notte

quante volte abbiamo sellato comete madide d’ali
con chiome aggueffate d’ebbrezza

adesso nella notte più muta dall’inizio del mondo ti pettino coi denti
nutrendomi di dèi che albergano la tua curva dei pensieri perenni

André Che Isse

IL GOMITO DELLA LUNA

nadirale narciso allunato
iperbolico icario zenitale

coltivo stati di grazia e gomiti di nijinsky gnomoni
con la franchigia dell’universo nell’antro della bocca

ma baciami dove inizia il mondo senza togliere il fiato dalle labbra
mentre il cuore curva i pensieri inaurati come rami per arcieri

mentre sono kouros disteso su fieno tagliato da scribi odorosi
proprio come polena di dio faccia a faccia sull’incipit eterno

proprio quando posso inerbare idee di filidarianna ebbri
e raccogliere alberi con mani di dioniso in un cesto da giardino

fino a quando le nari naute degli dèi aspireranno fiori scalzi di vasaio
fino a quando sarò orto di stelle eiaculato di luna

André Che Isse