IL GIARDINO DEI PENSIERI AURATI

mi concentro dove i pensieri cadono ebbri in piedi
e si arrampicano sugli alberi che crescono dietro l’universo

scelgo code comete con la stessa materia del tuo crine
e le guardo attraversarti il dorso fino alla foce delle natiche

se mai fossimo stati di nulla non mi perderò più di un solo fiato
non aspetterò il giorno prima di morire per capire dio

ci fu un tempo in cui l’atomo non aveva scapole
ma ora i sogni trapassano il cuore del sole coi talloni d’arciere

e quando attraverso il labirinto mi voglio perdere d’eterno
tanto quanto le gote dell’infinito

tanto quanto un pozzo traboccante di baci
a labbra socchiuse tanto da cadervi la prima neve del mondo

André Che Isse

I GINOCCHI NUDI D’ETERNO

m’interessa l’eterno ma m’interessa ora
proprio adesso che tengo tra le dita la rugiada del tuo crine

non esiste nessun tempo al di fuori dell’essere in sé
ma in fondo alla luna ti ho pettinata mille notti

ti guardo e posso innamorarmi proprio adesso di fronte a te
non ci posso far nulla se mi fai sentire eterno ora

cosa potrei desiderare di più al di fuori del tuo sguardo
gli dèi ci giocano dentro le lune ci cadono come narcisi

la mia voglia d’eterno è pari a questo momento infinito
mentre riesco a far passare il tuo crine nella cruna del tempo

ora coi ginocchi nudi sull’orizzonte del tuo sorriso
quando rimane soltanto l’eterno a passeggiare il giorno

André Che Isse

PARALLELI DEL CUORE

spuma il mio pensiero ebbro come scaturigine del mondo
ridda d’angeli tra le dita e una giga nel fiato

beccheggia l’estasi come altorilievo di toro alato
in arcioni tra labbra di dèi

ma di fronte a te per la prima volta
mille soli in un giardino di mille estati

la tua chioma pettinata tra le stelle
e quegli occhi dove cadono le lune

spuma il mio pensiero ebbro prima dell’universo
invaligiando le tue parole di seta

nascere soli in mezzo all’infinito è già beatrice
ma vederti nascere di fronte a me è inventare l’amore

André Che Isse

SE TI GUARDASSI DALLA LUNA RICONOSCEREI IL TUO ANGOLO DI SORRISO TRA LE LABBRA

conosco l’estate conosco il luccichio dei tuoi occhi
e se mi chiedessero di raccontare l’amore li porterei da te e ti chiederei di sorridermi

ti penso concepita da un raggio di luna
ma tu sei nata prima dell’universo

e che bello guardarti è già come vivere di eterno
una nevicata d’estate un bacio tra le tue scapole di neve

un filo di saliva in mezzo a un bacio un filodarianna per trovarti anche dietro l’universo
vestita per la festa vestita al mercato ma rimane il tuo sorriso visibile dalla luna

ammusati d’argento sette miliardi di cuori sotto le stelle uno solo conosce il mio
e mi sveglio per guardare i sogni negli occhi e sperare di incontrare i tuoi che sognano

ti ho vestita di peonie ti ho profumata gli occhi di cedro ti ho pasticciata le gote
ma quando ti guardo attraverso la luna ti ascolto coi tuoi sandali nei piedi

André Che Isse

L’ELEGANZA DELL’ESSERE

sono un sogno che cammina sul fiato a piedi nudi
un momento di infinito tra gli universi mai conosciuti
più vero delle mele tra i denti

sono un filodarianna per uscire dalla narrazione
solo ginocchi come testata d’angolo per il mondo
e ali icarie per dormire nel sole

sono estasi di pianto quotidiano tra le lune
il mio feriale ha la materia dell’anima
e nelle arterie corre pazzo d’amore dioniso

sono quello che ho trovato nel pozzo per le stelle
e non so nulla al di fuori della stiva per gli occhi
a parte mille remi nel cuore

André Che Isse

UNA SOLA NOTTE DIETRO L’UNIVERSO

quante volte ho parlato alla notte con voci d’argento
notti eterne dove l’amore è mille origami di baci
dove i sogni hanno ginocchi d’arciere insonni
e il fiato ha la stessa materia lunare dell’essere

prima che il giorno tradisca le stelle
prima di morire nel sonno
prima di vanire i pensieri immortali
voglio apparecchiarmi l’anima ad occhi aperti

c’è quell’attimo che precede i sogni dove i talloni s’appoggiano alati
più vero di mille soli più vero del proprio natale più vero di un dio
e qui mi narro le notti trascorse in una sola notte infinita
imparadisato d’esistere davvero

André Che Isse

L’ABITUDINE DI ESSERE FELICI

ho piantato un albero di lune
quando mi arrampico inizia il mondo

non crescono sui rami ma dai sogni seduti sui rami
e dove finiscono i rami principia il tempo

forse morire è cadere dall’albero per entrare nella luna
o svaporare nella spuma delle arterie vermiglie

scrivo dal talamo di ulisse con radici di loto allunato
masticando le ali degli dèi poeti

quando tra i palmi puoi frollare di felicità le gote
le strade diventano stagni per lune narciso

e te le trovi rincasando tra le labbra cadute
in mille baci d’albume adamantino

André Che Isse

André Che Isse Querceto di incanto XXI

André Che Isse
”Querceto d’incanto; XXI”
90x77cm
opera retroilluminata
dicembre 2015

A VOLTE NON BASTA ESSERE ETERNI

quando il cuore aspetta ancora le sue labbra
le sue labbra tolte dagli occhi
lo sguardo rimasto per sempre solo in un sogno
la sua voce che riconoscevi in una pioggia di persone
il sorriso rubato alla luna
e il desiderio plasmato a quattro mani non finito
avresti preferito la morte del sole
anche quando fu il sole a inventarla
 
André Che Isse