André Che Isse
“Sindone a Carbone del Primo Giorno del Mondo”
59 x 62 cm
carboncino su canapa antica non intelaiata
novembre 2020
ISSE’S HOUSE
raccolgo leggiadria come girasoli icosaedri scalzi
curvando i bracci per misurare i baci sulla luna
così mi stivo d’argento l’ipotenusa del guardo elisio
*
qui non si tratta di essere diversi ma di essere unici!
come impronte digitali nel miele
del resto il pensiero in aranciera odorosa concerta aseità
*
ho appoggiato le labbra sulla luna senza mai staccarle dai fiori
mentre la velocità della luce ha il sapore dei baci in bocca
ecco perché l’amore profuma di erba tagliata!
*
ecco perché il silenzio ha la stessa materia dell’anima
un onfalion di luccicanza a 12 lune in cesto da giardino barocco
e se curvo la neve danzando posso materiarmi di leggiadria
*
André Che Isse
André Che Isse
LE MACHINE EUDEMONICHE:
7^
“All’orlo dei pensieri gli alberi crescono capovolti”
La Curva Ebra dell’Haiku,
_studio ventisettesimo: ventiduesimo fiore d’erbario;
_studio ventottesimo: ventitreesimo fiore d’erbario;
_studio ventinovesimo: ventiquattresimo fiore d’erbario;
59,5 x 200 cm
tempera nera da muro su carta velina,matita nera,
nastro carta,vernice lucida finale,timbro-cartiglio di Isse,
blu cielo da vetro su misto cotone
novembre 2020
OPERA RETROILLUMINATA
(opera numero 1096 del catalogo Che Isse)
ISSE’S HOUSE
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dettagli retroilluminati
Rammemoro la neve in cui silenziò Edran.
ll suo passo narrava l’esserci.
E assieme al cuore
stamburavano i talloni rotondi nell’albume.
L’impronta stampigliata lasciava nel suo guardo falotico
l’invenzione del cartiglio egizio;
firmando così l’incedere tersicoreo di Edran.
Curvare la neve danzando materiava la leggiadria;
come fa l’amore baciandosi in bocca.
E in bocca allo zenit si lasciava stivare la gola di neve;
allora forse sarebbe potuta tralucere l’anima
per luccicanza innevata.
André Che Isse
raccolgo fiori non per i vasi
per pettinare la luna
fantasiarne sesso di stelle in gonne a pieghe
*
narrami dove finisce l’universo!
il chiosco barocco prima del nulla
i baci mai dati dietro l’universo vermiglio
*
follemente innamorato dentro la luna
ho auscultato vaporare il fiato che materiava le nubi
e barrendo suità scalza ho inventato il mio nome d’arciere
*
così che mirando l’ali il cielo stivasse il pensiero di fiori d’argento
curvando d’inchiostro i bracci di nijinsky sul muro giallo di proust
così ho inzafardato d’ebbrezza baudelairiana l’archè dedaleo
*
André Che Isse