Rammemoro la neve in cui silenziò Edran.
ll suo passo narrava l’esserci.
E assieme al cuore
stamburavano i talloni rotondi nell’albume.
L’impronta stampigliata lasciava nel suo guardo falotico
l’invenzione del cartiglio egizio;
firmando così l’incedere tersicoreo di Edran.
Curvare la neve danzando materiava la leggiadria;
come fa l’amore baciandosi in bocca.
E in bocca allo zenit si lasciava stivare la gola di neve;
allora forse sarebbe potuta tralucere l’anima
per luccicanza innevata.
André Che Isse