posso curvare il fiato leggiadro delle lune in filidarianna
e come funambulo inverso prima il tallone poi mille dita scalze
con quella grazia che inventò per prime madonne rinascimentali in broccato
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sempre da qualche parte piove come mille pavane elisabettiane per viole
sempre da qualche parte un drago d’albume garrisce muto su nubi barocche
lo capiremmo coi ginocchi nelle fragole e il guardo d’argento
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capogiro sciente d’immenso!
ne perambulo un atomo soltanto e già sono bizantino gaudioso
del resto in fondo all’infinito nasce l’idea eternale, ne porto sempre una in tasca
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così allungai i bracci nel sole non per averlo ma per sapere come van gogh lo divorasse nel giallo
solo all’omo coll’ali sarà rivelato l’elisio in un atomo
datemi mille vite e ancora non bastevoli a esondarne il foco tutto che in un attimo io sia già eternale
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André Che Isse