C’è qualcosa nell’aria,
al di là dell’ortodossia stagionale,
a tratti irraggiungibile,
ma qualcosa aggalla dal sole:
più che un vaniloquio vaporoso
mi assembra una gravità che attragga i pensieri,
ma solo quelli aurorali,
gli stessi che probabilmente principiarono il mondo;
un materiarsi diafano
da cui la parte più leggiadra del pensiero
venga a consertare la sua chioma.
Una treccia dorata di fervore!
La sostanza dell’ebbrezza che transverbera l’idea eternale.
Sì,
c’è qualcosa nell’aria agostana che aggueffa materia gaudiosa
torno torno quella mia vivida sensazione increata di dolcezza.
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André Che Isse