LA CRUNA D’ELISIO O DEL BOSONE DI DIONISO

C’è qualcosa nell’aria,

al di là dell’ortodossia stagionale,

a tratti irraggiungibile,

ma qualcosa aggalla dal sole:

più che un vaniloquio vaporoso

mi assembra una gravità che attragga i pensieri,

ma solo quelli aurorali,

gli stessi che probabilmente principiarono il mondo;

un materiarsi diafano

da cui la parte più leggiadra del pensiero

venga a consertare la sua chioma.

Una treccia dorata di fervore!

La sostanza dell’ebbrezza che transverbera l’idea eternale.

Sì,

c’è qualcosa nell’aria agostana che aggueffa materia gaudiosa

torno torno quella mia vivida sensazione increata di dolcezza.

.

André Che Isse

LA MATERIA DELL’ARIA

sussurro parole barocche di silenzio

nella pioggia tra le gocce alberga il sole

l’elisio non è mai stato così vicino

*

qui si tratta sempre di sceverare il cielo dal vaniloquio!

salire le scale come gru del giappone

e poetarsi illeggiadriti ebri dietro la luna vermiglia

*

piccole cose profonde per sempre

un haiku dal sapore di arance

e raccolgo gl’incanti come fiori

*

quando soggiorni nell’anima la bellezza è già materia dell’aria

e l’ala si curva dove il cogito goffri l’attimo

allora posso disceverare la leggiadria molecolare col guardo eudemonico

*

André Che Isse

AGRIMENSORI AGLI APOGEI

dal pensiero all’ala traverso la sostanza del disio

così coltivo aulentissima l’ipotenusa dell’aria per il cogito

*

cos’è lo spazio se non dove io possa curvare il mio braccio d’arciere!

e giustapporvi bellezza ed orfismo al guardo elisio

*

allora avrò bisogno di parole che dipingano l’aria quando respira!

parole più bizantine della luce dorata al meriggio

*

collezionando l’attimo perché è dove esistiamo sul serio

dove l’esserci guarda l’essere e basta

*

così creo per materiare l’ala equilibrando i bracci al disio dell’alma

con la stessa sostanza di suità sciente

*

ora! dardeggio poiesi come dima agli apogei!

scalzo sul dorso d’universo danzo

*

André Che Isse

PELLE DI POESIA

disteso nel silenzio dei fiori
m’innamoro

dell’aria che entra ed esce dai miei pensieri
e gonfia l’essere come vela d’uccello

dell’estate che mi cammina scalza in bocca
e dove l’eterno è nudo

del frinire muto di nubi
che trama d’albume la chiomazzurra gentile nell’iride sciente

e di questo silenzio adamantino sui ginocchi
che solo un dio avrebbe potuto vestire

steso come lini al sole e dita infilate in compostiere di neve
danzo ebbro inzafardato d’amore

André Che Isse

QUANDO CAMMINO L’ARIA E’ GENTILE CON ME

la senti l’aria com’è gentile tra le curve?!
si fa attraversare come ginocchi d’eroe
e il sole nel mio scudo è diafano d’oro di risa

non la senti ancora illeggiadrirti brigantino sulle gote?!
non sai forse dei fiori che non si vede l’odoroso tra le nari?!
l’aere esisteva prima del volo e mai ti chiese le ali

io non saprei arrivare alla luna senza la sua seta ebbra
e non saprei attraversare la tua bocca vermiglia d’amore
oh con quale equilibrio sull’aria si spiega il fuoco!

così che come creta di vasaio ho materiato aere danzando!
e le mie dita infilate nel miele non sarebbero che vele
quando il tuo passo nell’aria mi viene incontro alato

André Che Isse