SEDUTO NELL’ESSERCI

cosa scriveresti in fondo all’universo?
danzeresti dopo lo spazio o torneresti ad itaca?
le parole che fanno <<tana!>> alla fine dell’universo non fanno rumore
ma l’eufonia immota della bocca divora leggiadrie di lune scalze
ho ripiegato un tempo veloce in mille pieghe barocche
così che quando arriverò in fondo all’eterno avrò l’età delle stelle
 
ora seduto nell’esserci comprendo l’elisio
la cognoscenzia di movere i bracci per sé sarà calligrafia desossiribonucleica
 
e la curva che curva la luna curva il mio braccio d’arciere
come la bocca in curva di nuca sussurra poi nell’amore
 
ogni momento è monade originaria come unico strale di sole
io c’infilo i diti ebro di miele ulisside
 
André Che Isse

LA CENTRATURA EBRA DELL’ESSERCI

ho danzato in segreta di rose vermiglie consertando i sepali coi bracci
così che un dedalo fosse il mio nartece aulentissimo
e ne curvai per 12 lune coi bracci la gentilezza dell’aria su filodarianna oro
alzando i bracci nel silenzio delle ali in giallo di stella

disbramo l’esserci a curva di fiore come bouquet di capricci noumenici
che archino l’ulisside a primo uomo chimerizzandone il mondo in iridi al miele

mi sono ubriacato di pieghe barocche sull’orizzonte degli eventi
così tanto da girotondare due volte l’eterno coi bracci
tanto da musicarne la notte in curve d’estasi ebre
a contrappunto scalzo su radiazione cosmica di fondo elisia
 
allora ho ascoltato allettarsi la neve transverberando il silenzio d’albume
nella parte più ebra della bocca
 
André Che Isse

ASSEDIATO D’EBBREZZA

posso mirare il cielo e dorarmi di pioggia
così da auscultare le stelle addosso
giulebbando nei pensieri dove il mondo nacque
a filodarianna oro di luce che tesse l’eterno
parola dopo parola fino a inventare i poeti
1001,1002,1003 comete a pettinarmi la chioma
c’è un viaggio da fare senza muovere un passo
e a un tratto allunato tutte le strade nel fiato
ma di mille nodi barocchi solo una curva desossiribonucleica d’argento
 
 
madido assediato d’ebbrezza conosco gli aranci fragranti di neve
ostensorio scalzo assorto di miele sull’arco del piede
l’eufonia-del-sublime-attimo-sciente
 
 
André Che Isse