LA TEURGIA DEL MOVIMENTO IMMOTO DELL’ESTASI

conosco la danza immota dell’eden

e la poiesi mentre nasce da se stessa

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cribro il verbo che precede il giorno

dove ogni gesto sarà numinoso a se stesso

ogni parola testata d’angolo sciente

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quando traccio la curva d’un fiore curvo il mondo di leggiadria

e il gesto che principia l’attimo è inflorescenza d’Esserci

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preparare una danza è apparecchiare l’Essere per l’Esserci

l’ipseità nell’attimo rotondo

pensare una danza sul palco è pensare l’ostensorio dell’Essere

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ora il mio gomito sciamano girotonda i cerchi di rembrandt nel dorso

proprio dove la bocca sussurra prima della nuca l’epos dionisiaco

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André Che Isse

SEDUTO NELL’ESSERCI

cosa scriveresti in fondo all’universo?
danzeresti dopo lo spazio o torneresti ad itaca?
le parole che fanno <<tana!>> alla fine dell’universo non fanno rumore
ma l’eufonia immota della bocca divora leggiadrie di lune scalze
ho ripiegato un tempo veloce in mille pieghe barocche
così che quando arriverò in fondo all’eterno avrò l’età delle stelle
 
ora seduto nell’esserci comprendo l’elisio
la cognoscenzia di movere i bracci per sé sarà calligrafia desossiribonucleica
 
e la curva che curva la luna curva il mio braccio d’arciere
come la bocca in curva di nuca sussurra poi nell’amore
 
ogni momento è monade originaria come unico strale di sole
io c’infilo i diti ebro di miele ulisside
 
André Che Isse