TRA IL TUO FIATO E QUELLO DI DIO PUOI STENDERE IL BRACCIO D’ARCIERE

abbiamo dimenticato la domanda e ci siamo persi per strada
chi ero prima di nascere e quando non c’erano occhi per chi luccicavano le stelle?

se prendo il tempo fra le mani posso plasmare l’eternità con le dita
ma se non avvolgo la luna in un panno non saprò mai che sono esistito

non cercare fuori dai tuoi passi perché con piedi scalzi si può arrivare al sole
e mentre gli alberi crescono puoi mangiare le mele che conoscono gli dèi

abbiamo dimenticato che la luce ha scoperto il mondo che tocchiamo
e solo gli arcieri di stelle allungano il fiato d’ebbrezza increata

se guardo la lancetta dei minuti per un’ora posso capire il gusto dell’eternità
e se con la stessa attenzione cavalco il giorno diventiamo immortali

André Che Isse

BARRISCO D’AMORE SCALZO SULL’ALBERO Di MELE

ho toccato i sogni nella pelle dei sogni
in gola mi ubriaco come si ubriacano le stelle

prendo la materia dell’ebbrezza e vi nasco dentro
mi pettino il cuore come ti baciassi per l’eternità

ho pensato come pensa la luna
ma come pensa la luna?

se avessi tutto ciò che già ho
sarei l’altro universo dei sogni

e non importa se dio è andato a fare colazione
la tua gonna a pieghe ha già tutte le ciambelle della terra

André Che Isse

UNA CULLA PER LE STELLE

se potessi cavalcarti i capelli d’afrodite lungo le code dell’universo
un cantiere di comete nel tuo fiato per attraccarvi velieri di spuma

una stanza del vento nel mio cuore a raccoglierti le paglie di luce
tono su tono come bocche di sesso sugli occhi del tuo riso

se i pensieri avessero le palpebre per stupirsi
le dita alle nari come conchiglie custodi d’oceani

c’è una curva nella schiena che porta alle stelle grommate tra i gomiti di dioniso
perché tra la luna e il sonno dei fiori disteso divoro fichi

André Che Isse

FS3_0968André Che Isse fotografato da Rosario Santimone
dicembre 2014

QUANDO HAI PAURA DEVI SAPERE CHE ABBIAMO LA STESSA FORZA DELL’ARIA

il pensiero modella la curva di dio come roccia erosa dall’aria
le dita di una vasaio sulle pareti del parco a raccoglierne mele

con le mie mani posso fare lune giganti e accarezzarti la schiena
toccare la cima degli alberi e custodirti il sesso tra labbra ciliegia

quando penso che abbiamo mani che raccolgono stelle
posso sdraiarmi sopra il cielo dove il tempo si versa come vino

e se l’aria può modellare le montagne noi possiamo inventarle
essere dèi per un giorno come un lungo bacio eterno dentro la tua bocca

André Che Isse

I CAPELLI RACCOLTI TRA LE MANI PRIMA DI SCIOGLIERLI NELLA SCHIENA DELL’UNIVERSO

ho messo il gomito nella bocca del tempo squarciandone il fiato
mentre ti abbraccio come fossi fatta di luna

e come l’universo si infila di stelle tu vesti l’abito lungo della festa
e non so dire chi brilli di più se non che le stelle luccichino dal tuo sorriso

sono i passi baciati che portano la terra verso l’eterno
come mille brezze dietro il sole a mordere la nuca di dio

tutto si annoda al tempo come neve impazzita di giallo
mentre si nasce frecce adamantine sospese tra le stelle

e non riesco a smettere di piangere comete di gioia
quando il pensiero unisce i pianeti dove fai colazione

con una mano posso afferrare tutto ciò che vorrò essere
perché con l’altra pianto alberi di mele che toccano il cielo

entro ed esco dalla tua bocca come fosse il mio unico viaggio
mentre nel silenzio tra le galassie riposo d’amore

André Che Isse

SUL PALMO FIORDI DI STELLE

posso riempirmi d’amore le ossa
sopra le braccia i ginocchi sotto le braccia la spuma dai piedi scalzi di sabbia

tutto il tuo fiato in un capogiro di stelle
e se ti ricordi dell’amore il tuo giorno sarà il primo giorno di lune giganti

non riesco a smettere di guardarti l’attimo negli occhi
e posso fermare molecole per guardarti all’ombra dei cipressi perpendicolari

raccolgo i tuoi baci in un cesto da giardino
con mani che danzano parole aurorali dai calcagni azzurri

sono un ebbro poeta in una colazione di stelle
e un solo gesto disegnato nella schiena basterebbe a catturare l’immenso

perché quando mi baci la bocca si stiva di comete
e le tue scapole belle s’alzano come pareti di sogno in un cui abitare per sempre

André Che Isse

QUANDO IL COPPIERE SI UBRIACA VERSANDOTI DA BERE

posso vedere i sogni gelosi di vita come un primo passo sulla luna
quando iniziare la danza negli occhi d’amore è invidia per dioniso

il mito non si ricorda la neve che cade sugli occhi di venere
non sapendo farsi la coda con le mani nude di stelle

e con le mani sui tuoi occhi posso vedere l’universo
quello che cade sugli alberi come nuvole in tazza grande

per un attimo siamo eterni per quello dopo ancora
mi profumo almeno quattro volte al giorno sul cuore

un cerchio tracciato nella neve fresca come nella tua schiena
la bocca sui capelli per rapirti l’amore che ti regalo di mele

come posso farti capire che ti amo come mille vite di dèi
forse preparandoti la colazione con il tuo stesso stupore di peonie bianche

André Che Isse

DAMMI SOLO IL PROFILO DELLA TUA BOCCA

tutto è già tra le dita del fiato senza far rumore d’amore
i gomiti appoggiati ai ginocchi due volte il giro dell’universo

scalzo dietro le comete senza chiederti nulla che non sia il tuo sorriso
non aspettate che cadano le mele quando la vostra casa è già sull’albero

ad ogni passo ho scoperto una stella più ardente ancora
fino a che il pensiero luccicante non è scivolato all’ipotenusa di dio

e non importa se non è mai esistito da sempre
perché solo noi possiamo baciare la luna in bocca

André Che Isse