Il Danzatore Ubiquo Custode di nuda poiesi di fuoco

André Che Isse
“Il Danzatore Ubiquo Custode di nuda poiesi di fuoco”
(il bosone di dioniso)

108×100 cm
tempera da muro,alluminio dorato,matita,
corda cucita su misto cotone

OPERA RETROILLUMINATA

gennaio 2018

stessa opera frontalmente illuminata

L’ARANCETO DI STELLE

ho bisogno di poetare le stelle per curvare il braccio sull’arco di ulisse
scoccando oro di neve su arance icarie

colleziono nilometri icosaedri di colonne per nocchieri stiliti
con astrolabi ebri tra i palmi per affogare nella notte più eterna

allora soltanto risa giallolimoni girotondi sulle gote
e accessi imperiosi d’euforia apollinea a colazione

perché conosco il cammino di ginocchi torno di luna sui meli
quando gli orli di diti s’infilano in bocca come ciambelle

nessun imperatore ha potuto scendere dall’universo scalzo
perambulando in essere, nuda poiesi di fuoco

ed io pedalo il giorno in arcioni a boristene eudemonico chiomoso
per orti di luccicanza barocca tra pieghe di sole stirate nel dorso

André Che Isse

4 vasi alchemici per l’arco di ulisse nella curva dei fiori

André Che Isse

“4 vasi alchemici per l’arco di ulisse nella curva dei fiori”

200×140 cm

polittico di 4 tele
(200×35 cm ciascheduna)

tempera da muro,giallo da vetro,matita,
corda cucita su misto cotone

OPERA RETROILLUMINATA

gennaio 2018

AEDO EBRO

io impero nel sole
e passeggio l’essere nella curva dei fiori

ho una camicia innamorata di meriggi van gogh
e calzoni allunati su ginocchi d’oro

eccomi al limine dove cade l’universo scalzo
con solo chiarità nuda di pensiero sciente

così che sul palco danzi filidarianna ai polsi di luna
per salirvi ebro ancora prima di nascere nuovo aedo

ho vissuto galassie sull’entropia dei ciliegi vermigli
ed ora le dita nel mio dorso icario s’inzafardano d’ali

come un monello sull’albero lordato di miele
che scopre tra i rami l’unico sapore d’eterno

André Che Isse