André Che Isse
“Il Danzatore Ubiquo Custode di nuda poiesi di fuoco”
(il bosone di dioniso)
108×100 cm
tempera da muro,alluminio dorato,matita,
corda cucita su misto cotone
stessa opera frontalmente illuminata
ho bisogno di poetare le stelle per curvare il braccio sull’arco di ulisse
scoccando oro di neve su arance icarie
colleziono nilometri icosaedri di colonne per nocchieri stiliti
con astrolabi ebri tra i palmi per affogare nella notte più eterna
allora soltanto risa giallolimoni girotondi sulle gote
e accessi imperiosi d’euforia apollinea a colazione
perché conosco il cammino di ginocchi torno di luna sui meli
quando gli orli di diti s’infilano in bocca come ciambelle
nessun imperatore ha potuto scendere dall’universo scalzo
perambulando in essere, nuda poiesi di fuoco
ed io pedalo il giorno in arcioni a boristene eudemonico chiomoso
per orti di luccicanza barocca tra pieghe di sole stirate nel dorso
André Che Isse
io impero nel sole
e passeggio l’essere nella curva dei fiori
ho una camicia innamorata di meriggi van gogh
e calzoni allunati su ginocchi d’oro
eccomi al limine dove cade l’universo scalzo
con solo chiarità nuda di pensiero sciente
così che sul palco danzi filidarianna ai polsi di luna
per salirvi ebro ancora prima di nascere nuovo aedo
ho vissuto galassie sull’entropia dei ciliegi vermigli
ed ora le dita nel mio dorso icario s’inzafardano d’ali
come un monello sull’albero lordato di miele
che scopre tra i rami l’unico sapore d’eterno
André Che Isse