LA CONDIZIONE GAUDIOSA

se ogni istante è giro scalzo di universo
posso sentirmi i bracci ala della luna

e bisogna infilare i diti nel sole per conoscersi di stella!
omini aurati d’idee ad arco ebro

perché la curva di gaudio sia piega leggiadra sciente
quando arcando l’elisio si attraversi l’ipseità ebra

così che danzando le parole si forgino le nubi barocche
macchine volanti da infilarsi come una camicia icaria

ma se l’estasi eiacula allunata ignuda, il gaudio s’india aggallato di sole
tanto che balocchino di risa gli scribi assisi in china d’argento

allora ostesi l’anima per abbrunirla di stelle
abbacinato d’eterno in un guscio di noce

André Che Isse

IL BAROCCO DI HIGGS

se stendo il silenzio come lenzuola di neve
sfrigola in fiato un equilibrio gaudioso
tanto che i talloni curvino l’eterno in arco di piede

eccomi ebro come bosone impazzito d’amore
materiato di bellezza
transustanziato dal dissenno sidereo che transverbera il suo stesso arciere

strale imperioso ubriaco di sole
i miei bracci curvati come absidi dietro l’universo
la mia nuca odorosa scalza di meli noetici

aprii la bocca per divorare tutte le stelle nevicate al tuo dorso
il barocco nacque curvando l’universo sulle gote
tanto che il guardo giunge all’amore torno torno l’arco delle tue labbra rosse

André Che Isse