mi confondo d’aria beccheggiando l’ostensorio di ginocchi lievi come idee
così sono diventato ala d’onfalo scettrata scalza
e mi materio di commozione per quelle piccole molecole di ciel’ignudi
che mi nevicano addosso primi giorni del mondo in giorni qualunque
qui c’è da capire poco per volta il miracolo lumeggiato di sole
afferrabile come criniera di fuoco tra il nostro guardo allocchito
dovremmo vivere per caricare nuovi angoli sulle stelle
perché loro prime leggono strade quando sono ancora soltanto vapore pensato
ed io danzo la curva che unisce gli angoli all’ipotenusa eudemonica
con la stessa sostanza aurorale che mi fu di amante
ma i bambini non cadono nella luna
ecco perché le stringo forte l’albume come fragola grande sul ramo
André Che Isse