BUCCINATORE D’AMORE

Abito nero tagliato di luce,

aria bruciata in bianco da mille soli,

mille vite in un meriggio solo.


Ecco come potrebbe iniziare un trombettista in cuore alla notte,

improvvisando jazz sulla luce,

quella che affoca il cuore,

che s’innamora di ombre a ritmo immoto dell’essere.


Angoli di luce,

commessura di labbra,

abbacinanti come scordature a misura ebbra,

quel gaudio che solo il pensiero di uomo potrebbe indiare,

angoli dove trovarsi ubriachi d’amore;

madidi d’amore!


Abito nero in tralice al giorno,

prima pagina da romanzo:

quella che ogni volta dietro il frontispizio si leggerà antiporta per sogni.

Un sogno a ginocchi ebri;

eppure così vivido che sai che ti appartiene sul serio!

Allora sì che il sole attraverserebbe la notte come un trombettista jazz.

Un buccinatore d’amore.


Il cielo è così pieno di gote!

che potrebbe soffiarci dentro a un uomo…


André Che Isse

DANZO LA CURVA CHE UNISCE GLI ANGOLI

mi confondo d’aria beccheggiando l’ostensorio di ginocchi lievi come idee
così sono diventato ala d’onfalo scettrata scalza

e mi materio di commozione per quelle piccole molecole di ciel’ignudi
che mi nevicano addosso primi giorni del mondo in giorni qualunque

qui c’è da capire poco per volta il miracolo lumeggiato di sole
afferrabile come criniera di fuoco tra il nostro guardo allocchito

dovremmo vivere per caricare nuovi angoli sulle stelle
perché loro prime leggono strade quando sono ancora soltanto vapore pensato

ed io danzo la curva che unisce gli angoli all’ipotenusa eudemonica
con la stessa sostanza aurorale che mi fu di amante

ma i bambini non cadono nella luna
ecco perché le stringo forte l’albume come fragola grande sul ramo

André Che Isse