ERGO EBBRO

sono il fiato lungo della notte
ipotenusa di sogni inverabili
scivolo per stelle luccicanti

sono un bacio eterno nel deserto
albero di baci che cresce capovolto
dove i pensieri sono le radici del sole

sono l’ebbrezza della neve dionisiaca
ala per dorsi allunati aggueffati d’amore
eiaculato d’icario increato

sono il gesto che mi guardò nascere
segreta di ginocchi scalzi
e quando principio una danza mi ubriaco di dio

André Che Isse

L’AEDO SU FILIDARIANNA

sui palmi la chioma dell’universo
mentre pettino i ginocchi del labirinto

ma se percorro i cerchi del dorso di rembrandt
il giorno cometa si fa coda alta di cavalli di febo

dove nevica l’amore a labbra scalze
madido di baci

ricoperto d’eterno come sciamani morosi di luna
nella camera del sonno dove un cortile cade dove finisce il mare

allungando le ombre degli atomi prima che finisca l’ebbrezza di nijinsky
prima di nascere albero per sempre

ecco che tra le dita e il cuore una piega d’angolo muliebre
solo un gesto per tessere la grazia che inventò gli dèi

André Che Isse

GINOCCHI DI GRU

acrobata sulla bellezza
per ali un cuore scalzo

il dorso della mano sul palmo come nido per ginocchi
un appoggio per salire il mondo

sull’esile stele solstiziale d’albume
nel calice fragile d’eterno

quando il volo sfrigola sul primo suono dell’universo
come pietra focaia sulla radiazione cosmica di fondo

coi ginocchi di dioniso come i miei di gru
pietre angolari di vascello dietro la luna

un palpebrare d’ali
nartece di nuche rosse

André Che Isse

NAUTA SCRIBA DORATO

nascere per tracciare una linea
per scivolarci i piedi nudi d’eterno

un filodarianna di china per calligrafi dove inventare ruote per le stelle
e ginocchi aggueffati d’oro

quando principio una danza arco il braccio per orizzontare il mondo
come gesto d’arciere ulisside

e la curva del gomito dove principiò il mondo è segreta di dioniso
serraglio ebbro di monadi vasai

ma c’è un imbalsamatore stilita di nubi che suona viole da gamba
come aedo chiomoso dietro l’universo

ecco perché l’ansa del dorso si capriola di piogge
è bocca che s’affoga d’amore

André Che Isse

NUDO D’ETERNO

palmi girati nella pioggia come girasoli di van gogh
come calligrafi alberati di stelle

non amo i fiori quanto dormirci dentro
perché nella segreta di sepali dimoro

ci sono due modi di vivere il fiato
vestito di brevità tra i giorni o nudo d’eterno

potrete parlare a lungo del mondo smemorando le dita sulla luna
ma non riuscirete a conoscerlo come la vostra curva di gomito

quando dioniso danza nella pioggia io sono gli spazi asciutti tra le gocce
il disegno ebbro non bagnato di tempo

non ho mai pensato se non ciò che non si poteva pensare
forse perché sulla tela bianca tutto è ancora inverabile

André Che Isse