L’ARCO DEI BRACCI

le parole stanno come fari alessandrini in arco ulisside

orifiamma di pensiero inaurato garrente

con filidarianna scienti fantasio aulentissimo

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disoccultai l’anima per nascere il primo giorno del mondo

ho così tralignato da tutto ciò che non le appartenesse

curvando l’elisio per arco di bracci

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ho danzato gli alberi come avrebbero potuto i bracci

e mi stupefeci d’ali

tanto della stessa materia di nubi il cogito

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Quando danzo principio lo spazio.

Quando poeto invento lo spazio.

Quando perambulo memoro lo spazio inventato.

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André Che Isse

AGRIMENSORI AGLI APOGEI

dal pensiero all’ala traverso la sostanza del disio

così coltivo aulentissima l’ipotenusa dell’aria per il cogito

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cos’è lo spazio se non dove io possa curvare il mio braccio d’arciere!

e giustapporvi bellezza ed orfismo al guardo elisio

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allora avrò bisogno di parole che dipingano l’aria quando respira!

parole più bizantine della luce dorata al meriggio

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collezionando l’attimo perché è dove esistiamo sul serio

dove l’esserci guarda l’essere e basta

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così creo per materiare l’ala equilibrando i bracci al disio dell’alma

con la stessa sostanza di suità sciente

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ora! dardeggio poiesi come dima agli apogei!

scalzo sul dorso d’universo danzo

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André Che Isse