raccolgo leggiadria come girasoli icosaedri scalzi
curvando i bracci per misurare i baci sulla luna
così mi stivo d’argento l’ipotenusa del guardo elisio
*
qui non si tratta di essere diversi ma di essere unici!
come impronte digitali nel miele
del resto il pensiero in aranciera odorosa concerta aseità
*
ho appoggiato le labbra sulla luna senza mai staccarle dai fiori
mentre la velocità della luce ha il sapore dei baci in bocca
ecco perché l’amore profuma di erba tagliata!
*
ecco perché il silenzio ha la stessa materia dell’anima
un onfalion di luccicanza a 12 lune in cesto da giardino barocco
e se curvo la neve danzando posso materiarmi di leggiadria
*
André Che Isse