ho piegato l’aria per l’Essere
l’iride d’Esserci sui palmi scalzi
*
i cerchi di rembrandt col dito come idee prima della ruota
il cerchio di prospero nella neve per lo scriba rosso sull’albero
*
l’eclittica desossiribonucleica leggiadra su equilibri di gru nel labirinto
che filodarianna ebro tracci fragranze di suità
*
ho albergato la nuca nei bracci germogliando i pensieri amorosi
voltolando l’ala mille volte al cuore vermiglio
*
e i ginocchi come pietre angolari per la luna
e le punte di stella frecce nei gomiti acuti
*
e come agrimensore sciamano ho danzato nel primo giorno del mondo
per curvare l’eterno un attimo appena
*
André Che Isse