dita come vele immote nel miele tra l’aere e l’idea della luna
il mio guardo attraversa la bellezza e fa <<tana!>> il primo giorno del mondo
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con volontà di potenza leggiadra arco l’alma come pavane per viole
e allora dardeggio! dardeggio luccicanza ignuda
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il cuore è un fiore luminoso!
stambura ebbrezza numinosa e sa d’erba tagliata al meriggio
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e il pensiero che pensa al pensiero contrappunta se stesso di voluttà
così seduto nel verbo del sole tracanno molecole d’angolo
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e nella notte meriggio di sogni il silenzio fa una torta ai gigli blu
ché dei fiori odoro il silenzio della pioggia e l’idea che ha inventato il silenzio barocco
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in ogni goccia le tue gote di marzapane
un gomito disseppellito di Prassitele e poi Nietzsche inazzurrato timoniere!
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André Che Isse