DENSITA’ ELISIA

ho lasciato la luna cadere sul tuo dorso d’albume
forse è così che nacque il mondo
almeno quello che trabocca dal mio guardo nudo

e m’attergai alle tue scapole allunate
entrando nel tuo pensiero d’argento
e subito ne raccolsi manciate d’eterno

inspiro grandi molecole d’aria dorate
così che ne fugga solo il nulla fuori da me
tesoreggiando in essere densità elisia

poi entro nel meriggio estivo come potrebbe un dio ardere nel silenzio
una gemina ebrezza in curva di dioniso su zenit apollineo
la Verità è solo nell’ostensorio dell’Essere!

André Che Isse

EUDEMONIA MOLECOLARE

frinisce il meriggio estivo come oro nel cuore
e sulla mia pelle beccheggia un nirvana ebro

tracimo come anelli di saturno in corsa senza soluzione di gravità gaudiosa
ma la mia arte preferita è alzarmi la mattina e vivere soltanto!

puntinismo sciente in condicio nadirale per atomo cadauno
dal sole alla bocca una sola curva eudemonica!

e tra gli orti e le nubi il dorso s’abbruna
e tra il dorso e la luna spuma l’iride ignuda

ogni labbro unto da un dio stringe tra i denti il suo sesso
tanto che ne fuoriesca l’universo come strale eiaculato

e così sussurro luccicanza di stella come farei con mille ciambelle scalze
ma senza toglierne il fiato da mille eterni di molecola

André Che Isse

L’ALGORITMO NEL DESERTO

mille passi scalzi su lama di duna labile
un pugno di molecole gaudiose in tasca

alambiccami musa come faresti con l’universo!
senza perderne neppure una gugliata di neutrini dallo stame infiato

come arciere stilita lascio transustanziarsi idee icarie ebre
mentre eiaculo desiderio molecolare in-florescenze racemose nude

una feluca di sabbia su ali di sole arcata in sesso di luna
quanto l’ipotenusa in fiato discenda sciente dietro il pensiero

soltanto in segreta di deserto lo strale incoativo stampiglia il primo frinire
così che nacqui elettivo su ginocchi di filodarianna ebro d’apollo chiomoso

se un sasso piatto per pelle d’acqua viene lanciato in deserto assolo
la curva tracciata sarà l’algoritmo d’anima ignuda al guardo sidereo

André Che Isse

MADIDO D’ALI

lancio molecole come dadi
mi sorridono sui palmi un attimo prima di tornare stelle

e non rincaso mai senza allocchirmi di luna
di madido piumaggio emotivo dorato

come posso rimanere sospeso scalzo su fiori di tallone blu oltremare?
solo il passo eterno cade in bocca salmodiato icario!

mi lascio attraversare da neutrini gaudiosi prima d’annodarli d’iridi
quando per entrare nel giorno gli sfrigolo la mia pelle addosso

allora danzo!
ma non di moto proprio,come olio primigenio su pensiero innevato

ove vestigia riempite di sole trabocchino se stesse
come aseità inzafardata stella

André Che Isse