ho sentito sussurrare l’oro sui girasoli
le dita di van gogh inzafardate di fuoco
e ridevo ridevo mentre il cielo mi penetrava
l’aria che sfrigola quando il mondo si muove
è come se avesse iridi ignude
una radiazione cosmica di guardi dal primo giorno del mondo
allora ascolto la pioggia come auleta nel flauto!
e che tamburi un giardino di kyoto o la mia persiana chiusa
non muta il suo argento scalzo
ecco perché mi sono infilato tra gli spazi vuoti tra le gocce
in cruna di fiato come in punta di piedi
madido ebro stilita su torri molecolari in dorso d’arciere
André Che Isse