trasmuto seguendo il tamburo delle stelle
archimio dita nel miele in teurgia sciente
mentre m’infilo le gote in cruna di riso tessendone ginocchi a luna ebra
l’ipotenusa del fiato scende in segreta di cuore scalzo
nel pozzo di alice le meduse scivolano su neve aurata
ma muto il raccoglitore di fiato aspira come otre ulisside in coffa dietro l’universo
tra l’eterno e il piacere m’innamoro follemente
tra silenzi d’oro al sole e gaudi ignudi eiaculati
c’è qualcosa che mi fuoriesce dalla pelle come una radiazione eudemonica di fondo
una levitazione dell’essere in curva di fiore
quando immergersi tra molecole è chiave d’universo
ecco allora la terra promessa del cuore lì a mezz’aria nel mezzo di fiato sciente
André Che Isse