è ascoltando ciò che sono che dispiegai l’ala
trovando l’iperbole dell’esserci ad angoli eudemonici
il fiato serve alle piume per capire la pelle del sole
allocchito tra aranceti a volute gemmate oltremare
così aggallo pensieri sontuosi a curvatura ulisside
stral’idee d’argento scoccanti ebr’ignudi
e quando batte l’ala sull’aere l’esserci s’india
e spuma gaudioso l’albume sciente dai bracci
tanto che mille giorni soltanto siano mille atomi scalzi in vasi da fiori barocchi
ad ogni battito di ciglia un battito d’ala ché il guardo sia dono dell’angelo
non è forse la dolcezza essere in poesia?!
e poi nastrasti la chioma con ali di seta curvate di cipria
André Che Isse