io goccio d’essere in nebbia cava come un crisostomo tra le lune
e la parola che mi attraversa la bocca come bacio di pensiero aurato
è quella che coltivo tra le labbra su alberi capovolti d’idee
se al giorno tolgo il narrabile rimango con angoli di bellezza dove ormeggiare comete
e quando le parole sono racemi di dèi e curva di fiori
posso inventare teleologie e albergarle dove ziqqurat raccolgono nubi da tasca
ognuno è punto di fuga per un dio ma bisogna guardarlo d’eterno negli occhi
e sapere esondarsi ebbri quanto nocchieri a ginocchi febei
perché si possa dall’orizzonte aurorale campeggiarne icario
fui mai pensato da un universo per accenderlo d’immenso?
perché la neve che cade dalla luna non ha pensiero!
lo ruba a chi nacque per inzafardarsi le gote d’amore
André Che Isse