hai mai raccolto una nube in calice?
così sopra l’anima l’elmo incarnato albeggia nudo!
veleggiai i ginocchi sul cremisi del gaudio
proprio quando il noumeno attagliava se stesso in curva di piedi
perché la lunghezza d’un fiato deve passare in cruna gestuale
così da auscultarne i talloni in sogni scalzi ebri
c’è un algoritmo in angolo di gomito che illeggiadrisce il mio passo
proprio come il guardo a dorso d’arciere un michelagnolo che ne disseppellisca la curva
allora intessersi pianeti alle gote sarà tornare a casa
con alambiccati geoglifi danzanti a terrazze di sole in zaino
ora quando apro le braccia sono ali dardeggianti dietro l’universo
e millanta idee m’impiumano d’eternità la pelle qui
André Che Isse