la curva del pensiero è l’arcata di una nube
mentre gli alberi nei millanta verdi a teatro del sole
cosa c’è di più barocco che il guardo allocchito di fuoco?!
le molecole che sfrigolano l’idea del mondo tra le quinte!
e i fiori su risa amorose come arcioni eudemonici
per pettinare il disio con ominazione di stella ebra
là dove cade il mare s’alza icaria la luna diurna nuda
col gesto più barocco di firmamento che iperboleggi in tela di pollock
per il mio passo scalzo l’arte è inveramento del sublime
quando la bellezza transustanzi in amorardente
per cui ormeggio dove il tuo riso si piega al guardo
che come curva absidale troneggi sull’iride beatrice
André Che Isse