LA CURVA DI LEVITA’ NEL DORSO DELL’UNIVERSO

tutti i sentieri della notte sono distesi nel pensiero di una rosa
e l’amore batte le mani nella curva del cinabro

percorro la luccicanza delle idee col mio filodarianna desossiribonucleico
ha la curva della grazia così come principiò dall’iride dove alberga scalza

qui la qualità del silenzio transverbera nuda la curva dell’atomo
tanto ch’io ti possa sussurrar nel guardo la fragranza del tuo riso

tra la pelle e l’anima c’è il dorso dell’universo
ha la curva della levità e il sorriso dell’essere

ho danzato nelle stanze del vento agli apogei di ziqqurat ebri
e ho puntato i gomiti nelle nubi come vele illeggiadrite d’albume

ma quando disegno un danzatore disegno la curvatura del mio pensiero
là dove i ginocchi per primi curvano lo spazio abbrivando il tempo sciente

André Che Isse

L’EQUILIBRIO DEL SILENZIO

voglio capire come il vento s’infili tra molecole scalze
e aspettare che si svuoti il mondo per raccoglierne fiati di fiori

se lasci le vene come fiumi senza nauti scavallare gaudiose
potresti sentire lo sciabordio ebro delle nubi apparecchiarsi

ma c’è un attimo prima che due bocche si perdano i confini per sempre
è un’attesa muta dove il mondo ha il perfetto equilibrio vermiglio

ho danzato la mia vita prima che accadesse in erbario sciente
e ora l’odore delle pagine è la mia chioma che garrisce alla luna

mentre il silenzio del piacere ha il sesso del sole
proprio come l’oro dei pensieri quando tesaurizza luccicanza nuda

l’ala che sposta i neutrini non ha romore che sorriso di dèi
quello stesso che ti raccolgo in un cesto di guardo

André Che Isse

L’ESSENZA DI VIVERE E’ BAROCCA!

la curva del pensiero è l’arcata di una nube
mentre gli alberi nei millanta verdi a teatro del sole

cosa c’è di più barocco che il guardo allocchito di fuoco?!
le molecole che sfrigolano l’idea del mondo tra le quinte!

e i fiori su risa amorose come arcioni eudemonici
per pettinare il disio con ominazione di stella ebra

là dove cade il mare s’alza icaria la luna diurna nuda
col gesto più barocco di firmamento che iperboleggi in tela di pollock

per il mio passo scalzo l’arte è inveramento del sublime
quando la bellezza transustanzi in amorardente

per cui ormeggio dove il tuo riso si piega al guardo
che come curva absidale troneggi sull’iride beatrice

André Che Isse

EFFEMERIDE DORSALE

tra le gote dei fiori mi ammuso fino a quando avrai dita di pizzo
sulla bocca parole baci mele e la tua mano che mi chiude le labbra

un po’ come mi rubassi il fiato un po’ come mi legassi il pensiero
un portale laccato nero universo che mi segreta il desiderio icario

sai quando ti chiudi nella tua stanza lontano dal mondo
così il mio amore serrato in bocca dal tuo palmo di giglio

ma lo sai che quando sorridi una stella nasce dietro l’universo?!
se dovessi scegliere il mio filodarianna sarebbe il tuo sorriso

della nostra vita non viviamo che scampoli di consapevolezza
e se tra le passioni ci mettessimo la vita stessa?! la teca sciente ecco!

una teca adamantina dove scavallare col fiato l’immoto sorgere dell’alba
gli stessi ginocchi sbucciati di risa e ciambelle nella neve che ci cade in gola

André Che Isse