se fossi la stessa sostanza del nulla non potrei danzare la curva dell’atomo ebro
e riddarne insieme nel-mondo la giga gaudiosa dei pensieri inaurati
ora posso annodare il Barocco quanto essere in mezzo tra l’aria e la luna
ma è quando non accade nulla che l’essere può esserci-sul-serio
e allora sorrido nelle notti più illuni come un pazzo romito eudemonico!
le parole s’incarnano appena fuori di bocca davanti a noi come girasoli di van gogh
se dovessi descrivere la luccicanza ti farei cadere nel mio guardo
proprio quando rimira l’eterno dell’atomo feriale
ma c’è una curva nell’iride dove nasce l’amore
e mi piace chiamarla bosone-leggiadro-scalza
mi muovo lentamente per ascoltare il tallone sulla radiazione cosmica di fondo
mi piacerebbe sentirlo come sfrigolasse su neve
André Che Isse